Vi aspettiamo numerosi dopo le funzioni religiose in Sala Arcobaleno (via Tommaso Grossi, 18 - Como), per visitare il Presepe creato e realizzato da Enrico e Mario.
Vi aspettiamo numerosi dopo le funzioni religiose in Sala Arcobaleno (via Tommaso Grossi, 18 - Como), per visitare il Presepe creato e realizzato da Enrico e Mario.
Con la liturgia natalizia la Chiesa ci introduce nel grande Mistero dell’Incarnazione. Il Natale, infatti, non è un semplice anniversario della nascita di Gesù, è anche questo, ma è di più, è celebrare un Mistero che ha segnato e continua a segnare la storia dell’uomo – Dio stesso è venuto ad abitare in mezzo a noi (cfr Gv 1,14), si è fatto uno di noi -; un Mistero che interessa la nostra fede e la nostra esistenza; un Mistero che viviamo concretamente nelle celebrazioni liturgiche, in particolare nella Santa Messa. Qualcuno potrebbe chiedersi: come è possibile che io viva adesso questo evento così lontano nel tempo? Come posso prendere parte fruttuosamente alla nascita del Figlio di Dio avvenuta più di duemila anni fa? Nella Santa Messa della Notte di Natale, ripeteremo come ritornello al Salmo Responsoriale queste parole: «Oggi è nato per noi il Salvatore». Questo avverbio di tempo, «oggi», ricorre più volte in tutte le celebrazioni natalizie ed è riferito all’evento della nascita di Gesù e alla salvezza che l’Incarnazione del Figlio di Dio viene a portare. Nella Liturgia tale avvenimento oltrepassa i limiti dello spazio e del tempo e diventa attuale, presente; il suo effetto perdura, pur nello scorrere dei giorni, degli anni e dei secoli. Indicando che Gesù nasce «oggi», la Liturgia non usa una frase senza senso, ma sottolinea che questa Nascita investe e permea tutta la storia, rimane una realtà anche oggi alla quale possiamo arrivare proprio nella liturgia. A noi credenti la celebrazione del Natale rinnova la certezza che Dio è realmente presente con noi, ancora “carne” e non solo lontano: pur essendo col Padre è vicino a noi. Dio, in quel Bambino nato a Betlemme, si è avvicinato all’uomo: noi Lo possiamo incontrare adesso, in un «oggi» che non ha tramonto. San Leone Magno, presentando il senso profondo della Festa del Natale, invitava i suoi fedeli con queste parole: «Esultiamo nel Signore, o miei cari, e apriamo il nostro cuore alla gioia più pura, perché è spuntato il giorno che per noi significa la nuova redenzione, l’antica preparazione, la felicità eterna. Si rinnova infatti per noi nel ricorrente ciclo annuale l’alto mistero della nostra salvezza, che, promesso all’inizio e accordato alla fine dei tempi, è destinato a durare senza fine» (Sermo 22 In Nativitate Domini, 2,1: PL 54,193).
La Comunità religiosa
23 ottobre 2019 - 3a Giornata del Triduo della Festa di San Luigi Guanella. I Disabili con don Guanella. S.Messa ore 10.30
Calendario 2020
Con il numero natalizio del periodico “La Divina Provvidenza” è uscito il calendario 2020 curato dalla Casa Divina Provvidenza ed edito dalla Congregazione dei Servi della Carità – Opera Don Guanella. Nell’anno in cui ricorrono i 100 anni dalla nascita di Karol Wojtyła, il calendario sarà dedicato alla visita che San Giovanni Paolo II ha fatto alla Casa Divina Provvidenza di Como il 5 maggio 1996. Anche se si è trattato di una breve parentesi, per la famiglia guanelliana, per gli operatori, per gli ospiti, per gli amici, è stato un autentico momento di grazia, capace di suscitare emozioni mai dimenticate. Mese dopo mese sul calendario verranno dunque riproposte le più belle immagini della visita del Papa che si chinava su malati, anziani, bambini, salutava, parlava e ascoltava, benediva, comunicando la sua ricca umanità carica di speranza e di amore a chi incontrava e incoraggiando i guanelliani a proseguire nel servizio alla Chiesa e ai poveri sull’esempio di don Guanella: «Continuate a camminare fedeli allo spirito del vostro Fondatore e all’esempio luminoso di Suor Chiara Bosatta! Come il vostro Padre amava dire, date “pane e paradiso”». Quella di Como non è stata l’unica occasione di contatto e vicinanza di Giovanni Paolo II con il carisma guanelliano: nel suo lunghissimo pontificato (ben ventisette anni) si è recato più volte in visita alle Case e ha inviato messaggi alle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, ai Servi della Carità, ai Cooperatori, ai Giovani Guanelliani in occasione di particolari avvenimenti. Inoltre non si può dimenticare che il 21 aprile 1991 Papa Wojtyła aveva beatificato suor Chiara Bosatta, mettendo in evidenza come la santità sia possibile, sia accessibile a tutti, purché si resti fedeli a Dio e fedeli all’uomo».
Il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC 962), citando il Credo del Popolo di Dio, scritto da Papa San Paolo VI nel 1968, sintetizza così questa grande e consolante verità: «Noi crediamo alla comunione di tutti i fedeli di Cristo, di coloro che sono pellegrini su questa terra, dei defunti che compiono la loro purificazione e dei beati del cielo; tutti insieme formano una sola Chiesa; noi crediamo che in questa comunione l’amore misericordioso di Dio e dei suoi santi ascolta costantemente le nostre preghiere». Queste parole sono la migliore spiegazione di cosa sia la comunione dei Santi. La Chiesa è questo straordinario dono di comunione e di amore, nel quale noi, ancora in cammino, non siamo soli, ma siamo avvolti in un’esperienza di comunione che ci rende partecipi di relazioni d’amore, che ci legano ai nostri cari defunti, ai Santi, alla Vergine Maria, alla Santa Trinità. È un mistero da gustare ed adorare, soprattutto in occasione della Commemorazione di tutti i Fedeli Defunti e della solennità di tutti i Santi, un mistero che ci avvolge e ci supera nel tempo e nello spazio. Nel parlare della Chiesa e nel vivere l’esperienza di Chiesa sempre dovremmo sentire la straordinaria ricchezza di questa realtà, che supera i confini e i limiti della nostra esperienza terrena di Chiesa, che ci rende partecipi di una ricchezza di grazia e di una condivisione di beni spirituali, che non è percepita se e quando la Chiesa è intesa e vissuta solo come espressione di dinamiche orizzontali o istituzionali. È all’interno di questa visione di una comunione profonda che il Catechismo ci invita alla preghiera per i nostri cari defunti: «La Chiesa di quelli che sono in cammino, riconoscendo benissimo questa comunione di tutto il corpo mistico di Gesù Cristo, fino dai primi tempi della religione cristiana ha coltivato con una grande pietà la memoria dei defunti e, poiché “santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti perché siano assolti dai peccati” (2 Mac 12,46), ha offerto per loro anche i suoi suffragi”. La nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore» (CCC 958). È questo insegnamento che sta anche alla base della pratica di celebrare la S. Messa per i nostri cari Defunti, una pratica cristiana da non perdere perché esprime la straordinaria ricchezza della Comunione dei Santi.
La Comunità Religiosa
"Conviene sempre fare un po' di carità: un povero soccorre l'altro e Dio benedice" - San Luigi Guanella
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